Ogni giorno entriamo in contatto -e usufruiamo direttamente- di una molteplicità di servizi in modo automatico, quasi inconsapevole. Abbonamenti e contratti di servizio ci permettono di accendere la luce in casa, bere l’acqua del rubinetto, ma anche di ascoltare la nostra playlist mentre ci rechiamo a lavoro o di scegliere un film da guardare la sera.
Nell’ultimo decennio, un dibattito sempre più ampio, ormai uscito dalla cerchia degli addetti ai lavori, ha riguardato dunque la possibilità di estendere tale modello anche ai mezzi di trasporto che utilizziamo per muoverci ogni giorno.
È ciò che si intende quando si parla di Mobility-as-a-Service (MaaS).
L’idea è quella di disporre di una piattaforma digitale, tipicamente un’app, da cui poter pianificare di muoversi da un punto A ad un punto B della città, scegliere i mezzi di trasporto più appropriati e consoni alle proprie esigenze per i diversi tratti del viaggio ed acquistare in un’unica soluzione il pacchetto proposto.
Una simile proposta permette infatti all’utente di risparmiare tempo nella pianificazione del viaggio, disponendo di un’unica interfaccia che integri tutti i servizi di mobilità, dal trasporto pubblico, alle diverse componenti di sharing, ai taxi, e che permetta quindi in modo intuitivo e seamless di definire ed acquistare il proprio viaggio, spesso beneficiando anche di prezzi di vendita più vantaggiosi e personalizzando la propria soluzione in virtù di necessità e preferenze individuali.
Si tratta di una soluzione che presenta numerosi vantaggi anche per i providers dei servizi di mobilità che potrebbero godere delle economie di scala che si possono creare, nonché di una maggiore visibilità della propria offerta proprio in ragione della presenza all’interno della piattaforma.
Le soluzioni MaaS sono poi supportate ed invocate da molte amministrazioni comunali che vedono in questo strumento un ulteriore mezzo a sostegno dello shift modale dall’auto privata a forme di mobilità urbana più sostenibili, collettive e condivise, ma anche di un’accresciuta accessibilità degli spazi cittadini e metropolitani da parte di quei segmenti di utenza che incontrano oggi impedimenti significativi rispetto al proprio diritto alla mobilità.
L’aspetto tecnologico non può poi prescindere da un vero e proprio cambiamento di mentalità da parte dell’utenza e da una profonda revisione del sistema delle infrastrutture di trasporto, che devono essere ripensate per favorire l’interscambio modale e renderlo sempre meno disagevole per gli utenti.
Numerose città hanno già agito in questa direzione, dall’Australia alla Finlandia, e oggi anche Genova si sta muovendo in questa direzione.
È infatti attualmente in corso nell’ambito del Programma Operativo Regionale 2014-2020, il progetto di ricerca GetUp- Green MaaS for adapTive Urban Planning che si pone l’obiettivo di sviluppare una piattaforma MaaS (attualmente rilasciata in versione Beta per un gruppo di tester) per il contesto genovese. Tale progetto coinvolge un ecosistema di realtà imprenditoriali locali che fanno capo al mobility provider del trasporto pubblico genovese, AMT, con il supporto scientifico dei Dipartimenti di Ingegneria Civile, Chimica ed Ambientale (DICCA, prof. Ilaria Delponte) e quello di Economia (DIEC, Proff. Enrico Musso e Claudia Burlando) dell’Università di Genova.
L’obiettivo è quello di favorire l’integrazione dei servizi di mobilità oggi presenti sul territorio, sia da un punto di vista fisico e spaziale, così da rendere l’intermodalità più agevole e immediata, sia per quanto riguarda gli aspetti gestionali e tariffari, con lo sviluppo e l’adozione di standard condivisi per i sistemi di bigliettazione e per la condivisione dati.
Il primo passo è dunque quello di sviluppare una simile soluzione in ambito genovese per poi estenderla all’intera area metropolitana, nell’ottica di una sempre maggiore scalabilità che sia in grado di offrire condizioni effettivamente migliori di accessibilità non solo a chi vive a Genova, ma anche a chi, dalla costa o dall’entroterra vi si reca per studio, lavoro o tempo libero.
Appare infine chiaro come la presente progettualità, grazie anche alla collaborazione di numerose imprese attive in campo tecnologico, nonché al contributo dell’Università di Genova, possa favorire la transizione del sistema genovese della mobilità verso un modello sempre più smart, inclusivo e sostenibile, in linea con gli obiettivi di riduzione dell’impatto e delle emissioni, richiesti dai target nazionali ed europei.